"Da luglio 2017 lo Stato italiano non ha più assegnato nuove persone richiedenti asilo all'Alto Adige. Sempre più persone residenti dei centri di accoglienza lasciano inoltre le strutture perché hanno portato a termine la procedura di asilo o trovano alloggio altrove", dice il direttore della Caritas Paolo Valente. La Caritas, tenendo conto di questo nuovo scenario, sta riorganizzando le proprie risorse per gestire al meglio le diverse strutture presenti sul territorio. Dopo Castelrotto (Casa Anna) e Bressanone (Casa Miriam), Casa San Giuseppe di Brunico sarà la terza struttura gestita nell'ambito del programma statale dei CAS a chiudere.
Attualmente Casa San Giuseppe ospita ancora 33 persone; 5 di queste completeranno la procedura di asilo nei prossimi cinque mesi e dovranno quindi lasciare la struttura; i restanti 28 residenti asilo saranno ricollocati in altre strutture. "L'esperienza vissuta a Brunico è stata decisamente positiva", dice Paolo Valente. "Il coinvolgimento della popolazione, le molteplici iniziative per una buona integrazione e gli incontri tra le persone sono stati un arricchimento per tutti”.
Anche il sindaco di Brunico Roland Griessmair ne è convinto: "L'accoglienza dei rifugiati è stata una grande sfida da affrontare per Brunico. All'inizio prevaleva lo scetticismo ed è stato necessario un grande lavoro di mediazione e sensibilizzazione tra tutte le parti. Grazie all'eccellente collaborazione tra Caritas, Comune di Brunico e Comunità comprensoriale della val Pusteria questa sfida ha potuto essere vinta e la convivenza tra rifugiati e residenti è stata serena e caratterizzata dal rispetto reciproco. Casa San Giuseppe continuerà a servire uno scopo sociale anche in futuro: stiamo già pianificando un progetto per una nuova casa intergenerazionale", conclude Griessmair.
Anche dopo la chiusura di Casa San Giuseppe, la Caritas continua il suo molteplice impegno nella città di Brunico e in tutta la provincia. "In val Pusteria siamo presenti, oltre che con il CAS di Vandoies, con il servizio per il volontariato, la Caritas parrocchiale, la Consulenza Debitori e per i migranti, il Servizio Hospice e nel settore delle persone senza dimora. In futuro ci dedicheremo ancora di più al cosiddetto ‘accompagnamento abitativo’ per le persone che hanno maggiori difficoltà nella ricerca di un alloggio adeguato e a costi sostenibili, offrendo contemporaneamente ai proprietari di casa garanzie sotto forma di sostegno e accompagnamento", dice Valente. "Non smetteremo di lavorare per la dignità e i diritti di coloro che, a causa di persecuzioni, guerre, fame, hanno lasciato le loro case sperando di trovare qui un futuro migliore", conclude Valente.