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“Come facilitare la comprensione”: un convegno per affrontare la sfida della diversità culturale

Nella mattinata di mercoledì 30 novembre si è svolto a Bolzano, nella sala Fronza di via Dalmazia, il convegno “Come facilitare la comprensione”, organizzato dalla Caritas altoatesina per presentare al pubblico l’esperienza del progetto di Consultazione culturale, a un anno dal suo avvio. Durante l’iniziativa sono intervenuti esperti del settore, già protagonisti di progetti simili in altre realtà italiane.

I professionisti del settore sociale e sanitario hanno sempre più a che fare, anche in Alto Adige, con persone dal background migratorio, che parlano diverse lingue, appartengono a differenti culture, e portano con sé esperienze e biografie di vario tipo, spesso anche traumatiche. È la società che cambia, e che richiede un adattamento anche al lavoro quotidiano di pedagogisti, insegnanti, psicologi, personale sanitario ospedaliero e operatori sociali, che si trovano a dover affrontare ripetutamente la sfida della diversità culturale.

Per rispondere a questo tipo di bisogni, nel corso del 2022 la Caritas altoatesina ha avviato il progetto di “Consultazione culturale” in cui fornisce consulenze mirate e sensibili agli aspetti culturali delle relazioni quotidiane. “L’obiettivo è quello di aiutare diversi professionisti a superare le difficoltà e gli ostacoli che possono sorgere nella comunicazione fra persone di diverse provenienze” ha spiegato Beatrix Mairhofer, direttrice della Caritas.

Durante il convegno, Claudio Cernesi, docente all’università di Modena, ha evidenziato la necessità di costruire relazioni capaci di legittimare la differenza, poiché è solo attraverso un’alleanza fra gli attori coinvolti che si possono superare situazioni di impasse, senza l’affermazione di una parte sull’altra. Il sociologo Adel Jabbar, ha invece affrontato il ruolo delle pratiche interculturali all’interno dei servizi rivolti a migranti, dove risulta strategico elaborare risposte capaci di ascoltare i molteplici bisogni espressi dal territorio nel suo insieme, includendo anche il nuovo segmento sociale rappresentato dalle persone con background migratorio.

“Esperienze simili, hanno già mostrato come la presenza di questo tipo di consulenze, capaci di offrire letture alternative alle problematiche incontrate dai professionisti della cura, faciliti l’accesso stesso dei cittadini stranieri alla rete dei servizi” ha spiegato Carmela Nevano, responsabile del progetto di Consultazione culturale presentato dalla Caritas, “Il senso del nostro lavoro è proprio quello di promuovere nuovi significati e nuove forme d’intervento all’interno dei servizi, mediando fra le esigenze del professionista e quelle dell’utente straniero, per creare risposte adatte ai nuovi cittadini”.

Il progetto di Consultazione culturale nasce grazie al finanziamento dal fondo 8x1000 della Caritas Italiana, per maggiori informazioni: consultazione.culturale@caritas.bz.it.


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