“La politica”, chiarisce il direttore Valente, “non è una lotta per più potere e più denaro, ma è l’arte paziente della ricerca e della realizzazione del bene comune. Per questo la politica riguarda chiunque crede nel bene e persegue il bene comune, tra questi certamente la comunità cristiana e la Caritas che ne è espressione”. L’Alto Adige, se messo a confronto con altre regioni d’Europa e del mondo, è una terra ricca. Questa ricchezza – materiale e spirituale – può e deve essere con-divisa con le persone che vivono in stato di bisogno (materiale e spirituale), in provincia di Bolzano e altrove. Per questo “va consolidato lo stato sociale”. E se per qualcuno la soluzione potrà essere forse l’eliminazione dei poveri, “per la Caritas e per tutti gli uomini di buona volontà la soluzione sta nell’eliminazione delle povertà”.
I 16 temi proposti sono stati elaborati dall’Osservatorio Caritas raccogliendo le osservazioni e le esperienze degli operatori e dei volontari nei vari campi di attività della Caritas diocesana. Essi riguardano nello specifico la situazione dei giovani e delle famiglie, la povertà materiale e rela-zionale, il diritto alla casa e al lavoro, l’inclusione delle persone con disabilità, il nostro rap-porto con i nuovi cittadini e la nostra responsabilità globale.
Sarà necessario, nei prossimi anni, promuovere le famiglie affinché possano svolgere al meglio il loro compito educativo, educare i giovani alla libertà nella responsabilità, prepararli a una società multiculturale. Sostenere, inoltre, chi fa più fatica.
Per quanto riguarda invece la povertà materiale e relazionale bisognerà assicurare a tutti il minimo indispensabile per una vita dignitosa, accompagnare le persone e le famiglie all’autonomia, dare loro gli strumenti per programmare in modo sostenibile la propria vita. Dare dignità alle persone, quindi, in ogni fase della loro esistenza. Fondamentale sarà inoltre riconoscere la casa e il lavoro come diritto di ogni individuo, dare opportunità di sviluppare la propria personalità anche a chi non può lavorare e promuovere una società capace di accogliere chi fa più fatica. Non si potrà dimenticare di lavorare allo sviluppo di una comunità inclusiva, promuovendo l’autonomia delle persone con disabilità, assicurando loro i servizi necessari a una vita dignitosa e allo sviluppo delle proprie abilità.
Per quanto riguarda invece il nostro rapporto con i nuovi cittadini e la nostra responsabilità globale è di primaria importanza per la Caritas tutelare il diritto a emigrare e il diritto a rimanere nella propria terra. Come? Accogliendo, proteggendo, promuovendo e integrando in modo dignitoso i nuovi e futuri cittadini ed educando noi stessi, in primis, alla complessità e alla diversità. “Solo in questo modo sarà possibile promuovere insieme l’Europa come ‘progetto di pace’” sottolinea il direttore Paolo Valente.