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La Caritas su Casa Emmaus

È stata pubblicata nei giorni scorsi la notizia del rinvio a giudizio di due ex operatori di casa Emmaus. I reati contestati sono il peculato (per la sottrazione indebita di denaro a un ospite della Casa e alla Caritas e per appropriamento indebito di medicinali) e l’utilizzo indebito della carta di credito dell’ospite.

I fatti in questione si riferiscono al 2016. Allora la Direzione della Caritas, avendo riscontrato delle irregolarità nella gestione della Casa, svolse immediatamente i necessari accertamenti interni e poi investì del caso l’Autorità giudiziaria, sporgendo querela (settembre 2016). I due collaboratori sono stati licenziati.

Dopo le indagini svolte dalla Guardia di Finanza, la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio e il Giudice per l’udienza preliminare ha fissato l’udienza per il prossimo 18 maggio. Nell’atto di richiesta di rinvio a giudizio e nel decreto del GUP la Caritas diocesana e l’ospite che ha subito i furti sono nel ruolo di “parte offesa”. Paolo Valente: “Fortunatamente si tratta di fatti del tutto isolati. La Caritas dispone per il resto di personale la cui professionalità e correttezza sono fuori discussione. In questi casi l’attenzione è rivolta in primo luogo a tutelare i diritti e il bene della persona coinvolta, prima ancora dell’immagine dell’organizzazione. Chi compie in modo consapevole atti contro la legge e contro il bene delle persone, è giusto che venga messo di fronte alle proprie responsabilità”.

Casa Emmaus è da vent’anni una struttura residenziale dove si svolge un servizio di accompagnamento e cura per le persone affette da Aids e Hiv, in piena collaborazione con il Sistema sanitario provinciale e col supporto della comunità di Laives. “Dopo i fatti di cui sopra il team della Casa è stato integrato di nuove persone che operano da tempo con grande professionalità e dedizione. A tutto il team va il grazie della Caritas, degli ospiti della Casa e delle loro famiglie”.


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