“Le ombre della guerra in Ucraina, il forte aumento dei prezzi e gli effetti del cambiamento climatico, colpiscono soprattutto i più poveri. In Africa molte persone che hanno perso il lavoro a causa della pandemia sono costrette a vivere alla giornata, e con il loro basso salario non si possono più permettere alimenti base, divenuti troppo costosi. Molti agricoltori dopo essersi indebitati per acquistare le sementi, vedono minacciate da siccità e inondazioni improvvise le proprie coltivazioni, col timore di non avere nulla per sfamare i propri figli”, descrive così Franz Kripp, direttore della Caritas, l’attuale situazione dei Paesi partner in Africa.
Esplosione dei prezzi dei prodotti alimentari e mancati raccolti
Nell’ultimo anno, in Africa, i prezzi di alimenti di base come grano, riso, miglio, fagioli e mais hanno subito rincari fino al 40%. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, sono aumentati ulteriormente e in maniera incontrollata. “Questa situazione sta mettendo in ginocchio diverse famiglie. Molti genitori assistono impotenti alle sofferenze dei propri figli, sempre più deboli e con problemi legati allo sviluppo, e numerosi bambini lasciano la scuola per poter lavorare e contribuire al reddito famigliare” spiega padre Anthony Kibira, che ha lavorato a lungo qui in Alto Adige, riferendosi al proprio Paese d’origine, l’Uganda.
Aggravano la situazione anche le conseguenze del cambiamento climatico, che in Africa risultano ancor più estreme. “In molte regioni colpite dalla siccità, il grano si secca nei campi prima di riuscire a maturare, e gli animali da allevamento muoiono, poiché i punti d’acqua si prosciugano. Quando piove, la terra dura e arida dei campi non riesce più ad assorbire l’acqua piovana abbastanza velocemente, con conseguenti alluvioni e inondazioni che rovinano interi raccolti, impedendo anche la conservazione di sementi per gli anni a venire. Questo priva gli agricoltori dei mezzi di sostentamento, provocando un ulteriore aumento dei prezzi”, racconta il sacerdote.
Attrezzare le persone per le crisi future
Per aiutare le persone che vivono queste situazioni, la Caritas, insieme a partner di lunga data, ha ampliato il proprio intervento in Etiopia, Eritrea, Kenya, Mozambico, Uganda, Senegal, Madagascar e Repubblica Democratica del Congo. Vengono forniti alimenti a molte famiglie, mentre nelle scuole i bambini ricevono un pasto equilibrato e acqua potabile almeno una volta al giorno. Allo stesso tempo, la Caritas promuove progetti per emancipare le persone dalle condizioni climatiche, attraverso l’espansione della rete di approvvigionamento idrico, metodi di coltivazione sostenibili, formazioni e piccoli prestiti per le giovani madri e per le famiglie che vivono di agricoltura. Vengono promosse anche le associazioni di agricoltori e i gruppi di risparmio in grado di fornire un sostegno in tempi di crisi. “Nel corso degli anni questi progetti hanno attutito molte sofferenze: i piccoli contadini, ad esempio, hanno iniziato ad utilizzare varietà di colture resistenti alla siccità, grazie a corsi di formazione improntati ad ottimizzare il consumo di acqua e a produrre un buon compost per mantenere il terreno fertile. Questo approccio consente di immagazzinare i raccolti in modo sicuro, di commercializzare meglio i prodotti e di accumulare riserve. La solidarietà del mutuo aiuto, consente inoltre di essere più autonomi rispetto a un aiuto esterno”, riferisce Sandra D’Onofrio, responsabile del servizio Mondialità della Caritas. Inoltre, con la costruzione di nuovi pozzi e di bacini di raccolta dell’acqua piovana, viene garantito l’accesso all’acqua pulita per bere, per l’igiene personale, ma anche per il bestiame e per gli orti domestici, durante i periodi di siccità.
Puntare sulle donne per rafforzare intere famiglie
Un’attenzione particolare è posta nei confronti delle donne, poiché spesso portano sulle proprie spalle la responsabilità dell’intera famiglia. La Caritas sostiene le donne con programmi educativi e di avviamento al lavoro, in modo che possano avviare piccole imprese per costruirsi una fonte di sostentamento, come può essere un negozio, un allevamento di polli, oppure piccole attività sartoriali. “Bastano 240 euro per consentire a una madre di avviare un’attività in proprio e provvedere alla propria famiglia”, riferisce Marion Rottensteiner, collaboratrice della Caritas che accompagna i progetti in Africa. Con le donazioni, anche piccole, è possibile raggiungere questi e altri risultati: “Con soli 11 euro a settimana si garantisce un pasto sostanzioso ai bambini indigenti che frequentano la scuola; con 25 euro le famiglie di contadini ricevono le sementi necessarie per avviare coltivazioni e raccolti sufficienti per l’intero nucleo. 45 euro forniscono a una famiglia numerosa i generi alimentari di base per un mese intero, mentre con 100 euro si possono posare 20 metri di tubature per ampliare la rete di acqua potabile”, conclude Rottensteiner.
Il suono delle campane contro la fame
Anche quest’anno, il sostegno all’iniziativa della Caritas e alla lotta contro la fame arriva anche dalle parrocchie che, su invito del vescovo Ivo Muser, aderiscono alla campagna. Venerdì 29 luglio alle ore 15, in contemporanea con le parrocchie austriache, le campane delle chiese suoneranno più intensamente e più a lungo: “Le conseguenze del cambiamento climatico e della guerra si stanno abbattendo in modo più duro sulle popolazioni africane. Milioni di famiglie lottano per sopravvivere e hanno bisogno anche del nostro aiuto”, spiega il vicario generale Eugen Runggaldier, “Il suono delle campane nell’ora della morte di Gesù, dovrebbe ricordarci che possiamo essere d’aiuto, sia con le preghiere che con le donazioni”.
L’aiuto delle donazioni
“Il lavoro svolto negli ultimi anni ha dimostrato il suo valore, attrezzando migliaia di famiglie per affrontare questa crisi e quelle future. Senza il sostegno di migliaia di donatori, tutto ciò non sarebbe stato possibile”, afferma il direttore della Caritas Franz Kripp, che chiede uno sforzo ulteriore alla popolazione: “Insieme possiamo aiutare le persone con progetti a lungo termine, a piccoli passi, puntando sulla sostenibilità”. Chi desidera sostenere l’intervento della Caritas nelle regioni dell’Africa subsahariana, può fare una donazione utilizzando la causale “Fame in Africa” oppure, con 9 euro al mese, può diventare uno sponsor della lotta alla fame. Per maggiori informazioni consultare il sito: caritas.bz.it; oppure contattare il servizio Mondialità, situato in via Cassa di Risparmio 1, a Bolzano, al numero 0471 304 351 o all’inidirizzo mail international@caritas.bz.it.
Importante: la Caritas utilizza il 100 per cento delle donazioni nel finanziamento dei progetti. Le spese legate alle attività amministrative e alla promozione dei progetti sono invece a carico degli sponsor. Per consultare i report di rendicontazione dei singoli progetti, rivolgersi al servizio Mondialità, in via Cassa di Risparmio 1, a Bolzano. Alcuni estratti sono disponibili nel modulo informativo delle donazioni e sul sito web della Caritas (caritas.bz.it). La campagna “La fame non fa ferie” è finanziata dalla Conferenza Episcopale Italiana e da sponsor privati.
Conti per le donazioni alla Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone:
Cassa rurale Raiffeisen, IBAN: IT42 F0349311600000300200018
Cassa di Risparmio di Bolzano, IBAN: IT17 X0604511601000000110801
Banca Popolare dell'Alto Adige, IBAN: IT12 R0585611601050571000032
Intesa Sanpaolo, IBAN: IT18 B0306911619000006000065