Il progetto “SAFE” è nato grazie al finanziamento del Ministero del Lavoro, che ha il compito di coordinare l’attività di realtà presenti in modo capillare su tutto il territorio italiano. Realtà esperte, competenti, attive da anni per rispondere in maniera puntuale ai bisogni crescenti dei poveri sul nostro territorio.
21 Caritas diocesane, tra cui la Caritas Bolzano – Bressanone con il servizio Domus sportello ricerca lavoro e casa, sosterranno le persone seguite in percorsi di inclusione lavorativa ed inserimento in una comunità accogliente. “L’appello però è rivolto a tutti”, dice Marco Pagniello, responsabile ufficio politiche sociali e promozione umana di Caritas Italiana: “la coesione sociale, la crescita del benessere delle comunità e la lotta alla povertà richiedono, sopratutto nella situazione attuale, la mobilitazione di tutti”.
Secondo le statistiche, sono più di 2 milioni le famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta, il 7,7% del totale. Non ci si può aspettare che gli enti caritatevoli da soli risolvano problemi di questa portata. “Serve un intervento culturale, ed è quello che il progetto SAFE si propone. Non solo rispondere ad un problema, ma sostenere progetti di reinserimento lavorativo e sensibilizzare sul tema della povertà sanitaria” dice Pagniello. Bisogna promuovere le reti formali e informali di azione, far diventare patrimonio comune quanto emerge dalla sperimentazione di azioni sociali innovative nei singoli contesti. Hanno aderito al progetto enti nazionali e locali, in un’ottica di sussidiarietà circolare, tra i quali: Banco Farmaceutico, ACLI - CTA, Caritas Italiana. Il progetto sarà comunicato in rete e descriverà le attività già in essere e le storie vere di lavoratori, ospiti, volontari dei progetti in giro per l’Italia attraverso il sito internet www.progetto-safe.it e la pagina Facebook “SAFE - rete per l’inclusione e la salute”.
Siamo tutti sulla stessa barca
SAFE - è un termine inglese che significa sicuro, protetto, affidabile, descrive uno “stare bene” in relazione con gli altri, non da solo. Il logo del progetto è una firma, semplice, autografa che chiunque può imparare a fare. Questo simbolo vuole significare che tutti, le persone e gli enti partner del progetto, si impegnano a testimoniare questa appartenenza reciproca, offrendo spazi accoglienti, cure, beni necessari ma anche e soprattutto tempo, ascolto, sorrisi e risposte ai problemi. Così SAFE diventa una rete, spazio di confronto e di incontro dove ognuno ha qualcosa da dire, una storia da raccontare, un aiuto da donare: l’operatore come il volontario, l’ospite come il cuoco, il direttore come il senzatetto. Un gioco delle parti, in cui non esiste chi salva e chi è salvato: siamo tutti sulla stessa barca.