La campagna durerà due anni, coinvolgerà centinaia di Caritas, tra nazionali e diocesane, ed è la risposta della Caritas all’appello del Papa, che chiede di promuovere “la cultura dell’incontro” sia nelle comunità di origine dei migranti, sia in quelle in cui transitano o in cui scelgono di restare.
“Con il vostro impegno quotidiano – ha commentato il Papa - voi ci ricordate che Cristo stesso ci chiede di accogliere i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati con le braccia ben aperte. Proprio così, con le braccia ben aperte, pronte a un abbraccio sincero, affettuoso e avvolgente, un po’ come questo colonnato di Piazza San Pietro, che rappresenta la Chiesa madre che abbraccia tutti nella condivisione del viaggio comune!”. La campagna ha l'obiettivo di promuovere la “cultura dell'incontro” e attraverso “Share the journey” si vuole capire e contribuire a far capire perché così tante persone stanno lasciando la loro terra in questo momento storico. Si vogliono anche stimolare le comunità a costruire relazioni con rifugiati e migranti, accendere una luce e illuminare la strada.
"Anche da noi vivono molte persone provenienti da altri Paesi, con altre culture, lingue e religioni. Ciò offre opportunità, ma è contemporaneamente una sfida per tutti. Perché convivere significa anche confrontarsi con conflitti e differenze, accettarle e prenderne coscienza, per vivere insieme pacificamente. Affinché ci sia integrazione è necessario l’impegno e la pazienza di tutti, di chi qui è nato e di chi arriva dopo un lungo viaggio” spiega Paolo Valente, direttore della Diocesi Caritas di Bolzano-Bressanone. Perché tutto ciò sia possibile è fondamentale il sostegno della politica, della Chiesa e della società civile. L’appello del Papa incoraggia lo sforzo della Caritas in questo senso.
Chi volesse saperne di più, o partecipare tramite i social network alla campagna “Share the Journey”, può consultare il sito appositamente dedicato journey.caritas.org.