In seguito all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e alla risposta militare del governo di Israele, crescono le vittime fra la popolazione civile da entrambe le parti del conflitto, e sono milioni le persone sfollate e in cerca di un rifugio sicuro nella Striscia di Gaza e nei territori limitrofi. La rete Caritas fornisce assistenza umanitaria, cure mediche e beni di prima necessità alle persone sfollate.
Non si arresta la spirale di violenza che ha già causato la morte di decine di migliaia di persone, l’evacuazione di interi centri abitati della Striscia di Gaza e la distruzione di un numero incalcolabile di edifici civili e di ospedali. Secondo le stime quasi l’85% della popolazione di Gaza risulta sfollata, e per la maggior parte ha trovato rifugio in centri di accoglienza delle Nazioni Unite fortemente sovraffollati, dove le condizioni igienico-sanitarie estremamente carenti favoriscono il diffondersi di malattie. Ma il conflitto tocca anche la Cisgiordania, Gerusalemme est e il Libano, dove la Caritas locale ha mobilitato migliaia di volontari e operatori per fornire assistenza umanitaria e generi di prima necessità alle famiglie sfollate dei villaggi di confine.
Oltre al significativo aumento di alcune malattie infettive, si aggrava la situazione sanitaria delle persone più vulnerabili, e si riscontra una generale riduzione dei servizi medici provocata dal danneggiamento degli ospedali e dalla carenza di carburante, personale medico e medicinali. La situazione di accesso all’acqua potabile e di sicurezza alimentare viene definita dall’Onu come catastrofica: oltre il 90% della popolazione dispone di una quantità di cibo insufficiente, il 31% di bambine e bambini sotto i 2 anni mostra ormai segni di denutrizione, e scarseggianoe gli aiuti che riescono ad accedere ai territori in conflitto. Inoltre, poiché gli istituti scolastici sopravvissuti ai bombardamenti vengono utilizzati come centri di accoglienza per le persone sfollate, il 100% dei minori presenti nella striscia di Gaza non riceve più alcun tipo di educazione.
Per quanto possibile e in condizioni estremamente difficili e precarie, prosegue il sostegno della Caritas altoatesina nei confronti della rete Caritas nei territori interessati dal conflitto. Gli interventi messi in campo consistono nella fornitura di servizi sanitari primari nei rifugi, nella fornitura di farmaci essenziali, nella distribuzione di kit alimentari e igienici, nell’erogazione di contributi economici attraverso buoni acquisto e nel supporto psico-sociale della popolazione.
Per sostenere l’intervento umanitario della Caritas in Medio Oriente, è possibile contribuire con una donazione a uno dei seguenti conti bancari, indicando la causale: “Palestina”.
Con 40 euro si copre il bisogno di medicinali e dispositivi sanitari necessari per la cura di un paziente, con 50 euro si garantisce il sostegno economico a una famiglia per un mese.
Cassa Rurale Raiffeisen - IBAN: IT42F0349311600000300200018
Cassa di Risparmio di Bolzano - IBAN: IT17X0604511601000000110801
Banca Popolare - IBAN: IT12R0585611601050571000032
Intesa Sanpaolo - IBAN: IT18B0306911619000006000065
Per ulteriori informazioni, rivolgersi al personale del servizio Cooperazione internazionale della Caritas: I-39100 Bolzano, via Cassa di Risparmio 1, tel. 0471 304 351, international(at)caritas.bz.it.