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Aids: la vera malattia è il pregiudizio!

Nonostante i molti progressi raggiunti in campo medico, HIV e Aids restano ancora un argomento chiuso fra timori e giudizi negativi. In occasione del 1° dicembre, Giornata mondiale dedicata alla lotta contro l’Aids, la Caritas afferma l’importanza della prevenzione, come strumento per promuovere consapevolezza, soprattutto fra le nuove generazioni, e per contrastare l’emarginazione sociale che colpisce le persone sieropositive.

Grazie a terapie sempre più efficaci, l’Aids è diventata oggi una condizione cronica gestibile, con prospettive di sopravvivenza più lunga e una migliore qualità di vita; resta tuttavia una malattia pericolosa e marginalizzante, poiché in un caso su due viene scoperta quando è già in fase avanzata, e le persone che la contraggono continuano ad essere oggetto di pregiudizi.

“Ancora oggi la sieropositività viene vissuta come discriminatoria e influenza negativamente l’intera situazione sociale che ruota attorno alle persone. La vera malattia, come non ci stanchiamo di ripetere, è il pregiudizio che genera paura e isolamento, e visti gli anni di pandemia sappiamo cosa vuol dire e quali conseguenze comporta” ha commentato la direttrice della Caritas Beatrix Mairhofer.

La Caritas quindi insiste sulla necessità di affrontare questa situazione facendo leva sulla prevenzione, a tutti i livelli, in modo da favorire diagnosi precoci e affrontare le disuguaglianze. “Quello di ‘prevenzione’ è un termine spesso abusato e mal compreso: per noi è innanzi tutto un atto di consapevolezza: solo se divengo cosciente dei rischi e delle modalità di contagio, diventerò un potente mezzo di prevenzione e di interruzione della trasmissione del virus”, ha spiegato Pierpaolo Patrizi, responsabile del servizio Iris che da 30 anni si dedica all’accompagnamento di personesieropositive e dei loro familiari e conoscenti. “Va poi ricordato come la sieropositività non sia una colpa, ma una condizione di malessere, che può essere gestita attraverso la cura e adottando stili di vita che guardino al benessere della persona, inserita in un contesto di relazioni”.

Per favorire stili di vita consapevoli, la Caritas propone diversi servizi. Con il drop-in Binario 7, oltre a prendersi cura delle persone tossicodipendenti, offre un prezioso servizio di prevenzione rispetto alle malattie infettive: “La caratteristica principale di questo servizio a bassa soglia, è proprio l’ampia offerta in materia di prevenzione della salute, come il programma di scambio siringhe usate con materiale sterile, l’attività d’informazione e la consulenza sulla protezione dalle infezioni o l’accesso veloce ai test per l’HIV e l’epatite C. In questo modo si proteggono sia i consumatori sia la società nel suo complesso, in un’ottica di riduzione del danno” ha spiegato Patrizia Federer, responsabile del servizio.  

Per essere incisiva, inoltre, l’attività di prevenzione deve coinvolgere le nuove generazioni, fra le quali dopo gli anni segnati dal coronavirus, si riscontra un risvegliato interesse: “Accogliamo con piacere le richieste degli ultimi mesi da parte delle scuole del territorio di organizzare incontri fra i nostri ospiti e gli adolescenti, perché creare relazioni è il modo più efficace per superare i timori e le paure che accompagnano le malattie infettive” ha commentato Katiuscia Cabras, responsabile della comunità alloggio Casa Emmaus, che accoglie 14 persone malate di Aids o sieropositive, inviate dal reparto di malattie infettive dell’ospedale di Bolzano. Oltre alle scuole primarie di secondo grado, si organizzano momenti informativi anche con la Facoltà universitaria di Bressanone, e percorsi pratici rivolti ai volontari della Croce Bianca.

“L’obiettivo finale di servizi come questi, rivolti alla persona, nonché il senso più autentico della prevenzione, è quello di migliorare la qualità della vita, per tutti e non solo per le persone colpite dal virus” ha concluso Mairhofer.


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