visualizzare il contenuto principale

Convegno specialistico Hospice: “Sostenere e confortare. Vivere l’amore nel lutto”

Cosa significa vivere un lutto? Di cosa hanno bisogno le persone che hanno perso una persona cara e come si può comportare chi vive nel loro contesto sociale, gli amici e i parenti per dare loro sostegno? A queste domande ha risposto il convegno “Sostenere e confortare. Vivere l’amore nel lutto” organizzato dal servizio Hospice della Caritas in collaborazione con il Centro Convegni dell’Abbazia di Novacella. Esperti italiani e stranieri, volontari del servizio Hospice, collaboratori dei servizi sociali e sanitari, medici, politici – tra cui l’assessore alle Politiche Sociali e alla Sanità Martha Stocker – si sono confrontati grazie a workshop e relazioni sugli aspetti differenti del lutto e sulle offerte di sostegno per persone da esso colpite.

  “Il lutto è una reazione naturale a una perdita, di qualsiasi tipo essa sia. Riguarda ciascuno di noi, spesso più volte nell’arco della nostra vita. Eppure, non segue sempre gli stessi schemi. Ciascuno di noi vive differentemente il lutto. Tutto ciò significa che persone diverse necessitano di tempi e sostegni differenti, per superare la perdita di una persona, in particolare di una persona cara”, così Paolo Valente, direttore della Caritas, ha introdotto il tema centrale del convegno tenuto al Centro Convegni dell’Abbazia di Novacella. Una sfida questa enorme, per le persone colpite da un lutto, per il loro contesto sociale, per amici e conoscenti che vorrebbero essere di aiuto.

L’esperto psicoterapeuta di Stoccarda Roland Kachler ha descritto nella sua relazione l’amore quale causa e contemporaneamente soluzione per ogni esperienza vissuta legata al lutto. “Se la morte porta via una persona cara, manca improvvisamente la controparte. L’amore che sentite perde il suo scopo, il suo destinatario. Eppure è l’amore, che nonostante i sentimenti contradittori lungo il percorso del lutto si fa vivo ripetutamente. Torna alla nostra memoria. Doloroso, bruciante, pieno di nostalgia continua a riemergere. Amiamo nella perdita, perché non ci è più permesso amare, ma desideriamo continuare a farlo”, spiega Kachler. La rielaborazione del lutto ci sprona quindi a trasformare “l’amore contro la morte” in un “amore oltre la morte”. Ciò vale particolarmente per il lutto che prova una madre, quando perde il proprio figlio. Francesco Campione, direttore del Master universitario in Cure Palliative e Terapia del Dolore presso l’Università di Bologna, ha richiamato l’attenzione nella sua relazione sulla necessità di un accompagnamento sempre attento nel percorso di rielaborazione lutto.

Ulli Mazza, volontaria di lunga data del servizio Hospice della Caritas, ha descritto nel suo intervento cosa è veramente importante durante l’accompagnamento. “L’accompagnamento è simile a un viaggio fatto insieme alla persona in lutto, senza limiti di tempo e sul suo stesso livello. Si tratta soprattutto di adattarsi alle esigenze della persona in lutto”, spiega Ulli Mazza. Questo include anche la disponibilità al fallimento, se non si riesce a creare una relazione di fiducia.

"Essere vicini a qualcuno in lutto richiede un orecchio sempre attento ad ascoltare i bisogni esistenti, una presenza umana e compassionevole attraverso l'affetto, la comprensione e la compartecipazione ", ha sottolineato Agnes Innerhofer, responsabile del servizio Hospice della Caritas. "Il lutto suscita sentimenti molto forti: rabbia, paura, vuoto, disperazione, tristezza, ma anche sensi di colpa e conforto. Alcuni di questi sentimenti sono così strani che la gente si vergogna di provarli. Altre persone temono invece che l'ambiente circostante e le persone più vicine siano troppo appesantite dalle loro forti preoccupazioni e paure e, quindi, si ritirano nel loro dolore", continua Agnes Innerhofer.

Per parenti, amici o vicini di casa è infatti tutt'altro che facile rapportarsi e confrontarsi con questi diversi sentimenti e comportamenti. "Tanti forniscono un aiuto pratico su questioni concrete, per il resto però sono molto incerti su come comportarsi. Chi ha subito una perdita si sente così lasciato solo e incompreso", spiega Innerhofer. Il lutto può però essere rielaborato solo se è vissuto, non soppresso o nascosto. In alcuni casi un ambiente comprensivo non è sufficiente. "Se il lutto minaccia di schiacciare le persone e i familiari colpiti anche dopo molto tempo dalla perdita del proprio caro, non si dovrebbe avere paura di cercare aiuto all'esterno della famiglia ", ha sottolineato Innerhofer.

Il servizio Hospice della Caritas offre da anni consulenza e sostegno a persone in lutto e familiari e può contare su volontari adeguatamente formati di tutti i tre gruppi linguistici. L'accompagnamento al lutto è gratuito e può essere richiesto in tutto il territorio della provincia. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici del servizio Hospice della Caritas a Bolzano (via Marconi 7, tel. 0471 304 370, hospiz@caritas.bz.it), Merano (via delle Corse 52, 0473 495 631), Bressanone (viale Stazione.27a, 0472 268418), Brunico (via Paul von Sternbach. 6, 0474 414 064) e Silandro (via Principale 131, 366 58 89 441).

Un supporto per chi ha perso una persona cara può essere trovato anche nella brochure della Caritas “Vivere nel lutto”, che può essere richiesta gratuitamente presso gli uffici del servizio Hospice di Bolzano in via Marconi o presso la sede centrale in via Cassa di Risparmio 1.

Hospizfachtagung 2018

Condividi con i tuoi amici