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“La solidarietà è una forza efficace contro la fame”

Il rapporto annuale delle Nazioni Unite lo conferma: il numero di chi patisce la fame sta aumentando. Dagli 812 milioni di persone del 2015 si è passati agli 820 milioni di oggi. Senza considerare i due miliardi di persone che non hanno accesso regolare ad alimenti salubri, nutrienti e sufficienti. Il raggiungimento del secondo dei 17 “Obiettivi per lo sviluppo sostenibile” delle Nazioni Unite, che si prefigge di eliminare la fame entro il 2030, sembra ancora lontano. Un bilancio questo che rende difficile festeggiare nella maniera dovuta la Giornata mondiale dell’alimentazione che si terrà mercoledì 16 ottobre. Eppure, qualcosa si muove.

“Rende triste sapere che come comunità mondiale saremmo in grado di sfamare ogni persona sulla Terra, se solo l’obiettivo fosse sufficientemente importante per tutti noi”, spiega il direttore della Caritas Paolo Valente. “Purtroppo il nostro sistema economico e il nostro sistema finanziario non sono orientati a garantire a tutta la popolazione mondiale un livello minimo di vita dignitosa. Allo stesso tempo però, nel solo Alto Adige, ci sono migliaia di persone che non vogliono accettare questa situazione. Lo dimostrano le donazioni per combattere la fame fatte da numerose famiglie altoatesine per sostenere persone in difficoltà nei Paesi in via di sviluppo. La solidarietà può ancora cambiare il mondo".

Le donazioni altoatesine stanno già dando i loro frutti. “È un periodo molto positivo per noi tutti: in questo momento stiamo scavando contemporaneamente cinque pozzi e abbiamo acquistato diverse semenze: mais, sesamo, angurie e piselli. La stagione delle piccole piogge è iniziata e l’aratro è sempre in movimento” scrive da Malindi il missionario Padre Pöll, partner della Caritas per i progetti di sviluppo in Kenia.

“Gli eventi globali hanno ripercussioni concrete e importanti sulla vita delle persone” spiega Fabio Molon, da anni responsabile Caritas del servizio Mondialità. “Il cambiamento climatico è una realtà amara, con la quale devono fare purtroppo i conti i Paesi con cui stiamo collaborando. Le tempeste violente nel Mozambico e la preoccupazione per l’arrivo della pioggia nel Corno d’Africa ne sono la dimostrazione. Speriamo che questi segnali vengano finalmente presi sul serio” conclude Molon.

“I nostri partner in Etiopia sostengono gli agricoltori che, anche nelle annate buone, devono superare quattro mesi di siccità” aggiunge Judith Hafner, da anni responsabile dei progetti della Caritas in Africa. “Altrettanto reali quanto il cambiamento climatico sono le opportunità per contrastarlo: fonti di reddito alternative, un'agricoltura attenta e sostenibile, sementi più resistenti, depositi di grano e molto altro ancora. Qui, i nostri partner ed esperti etiopi hanno una doppia missione: da un lato cercano di supportare e incoraggiare gli agricoltori e le famiglie, dall’altro dimostrano che la fame non è un destino cui ci si deve arrendere. Questa consapevolezza è importante quanto l'aiuto stesso”.

La Caritas altoatesina ringrazia la popolazione per le numerose donazioni raccolte durante la campagna “La fame non fa ferie”, contributo concreto per sconfiggere la fame nel mondo.


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