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Liberare la pena: 20 anni di Odós

Era il primo marzo del 1999 quando partì in via sperimentale, in un appartamento di viale Druso a Bolzano, il progetto pilota Odós, indirizzato a detenuti, ex-detenuti, persone in attesa di giudizio e persone private della libertà. Il servizio della Caritas si accinge a compiere oggi 20 anni e per l’importante anniversario ha deciso di organizzare venerdì 1 marzo un convegno dedicato agli operatori del settore e agli interessati dal titolo “Liberare la pena”. “E’ un importante traguardo – racconta Alessandro Pedrotti, responsabile del servizio – Noi però vogliamo guardare ai prossimi 20 anni e interrogarci insieme, grazie ai relatori invitati, sugli aspetti pedagogici e giuridici da seguire in futuro, per un nuovo modello di giustizia, più umano, perché più carcere non vuol dire più sicurezza”.

In questi 20 anni, oltre 400 persone sono state ospitate dalla struttura della Caritas che si trova ora in viale Venezia, casa d’accoglienza e punto di consulenza per detenuti, ex-detenuti, persone in attesa di giudizio e familiari. L’equipe educativa del servizio accompagna gli ospiti in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo accogliendoli in una struttura aperta 24 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno. “Il nome “Odós” sta a significare “sentiero” e vuole indicare il viaggio verso e attraverso un cambiamento, non solo dell’Uomo detenuto ma anche della società” spiega Alessandro Pedrotti, che invita la cittadinanza e gli operatori interessati a partecipare al convegno organizzato per l’anniversario.

Durante il convegno, che si terrà venerdì 1 marzo dalle ore 9 alle ore 16.30 presso la Sala di rappresentanza del Comune di Bolzano in Vicolo Gumer 7, si alterneranno nella discussione e nel confronto oltre agli operatori locali del settore anche pedagogisti di caratura nazionale come Duccio Demetrio, professore dell’Università Bicocca e fondatore della LUA e Ivo Lizzola, professore ordinario presso l’Università di Bergamo. Ampio spazio sarà dato anche alle testimonianze: quella toccante di Manlio Milani, marito di una delle vittime della strage di piazza della Loggia, che testimonierà l’importanza di incontrare i responsabili del male per non restare chiusi nella logica del rancore e della rivalsa, e quella di alcuni ospiti che sono stati accolti negli ultimi anni nella struttura residenziale della Caritas e che hanno concluso positivamente il loro percorso di reinserimento nella società.

Durante il convegno si parlerà anche del volontariato che coltiva e tesse relazioni, di nuove vie del reinserimento, insieme al procuratore capo di Bolzano Giancarlo Bramante, e di, come dice il titolo del convegno, “liberare la pena”. “La pena – conclude Alessandro Pedrotti – non necessariamente deve essere carcere perché più carcere non vuol dire più sicurezza”.


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