“Ogni persona ha bisogno di attenzione e vicinanza, di esprimersi e di sentirsi presa in considerazione, di trovare un linguaggio per ciò che la commuove o la deprime. Per chi è malato e soffre, così come per i familiari che gli stanno accanto, questo bisogno diventa ancor più intenso”, ha sottolineato la responsabile del servizio Hospice, Agnes Innerhofer, in occasione dell’incontro tenutosi alla Casa Kolping di Bolzano per la celebrazione dell’anniversario, che ha visto partecipare numerosi volontari insieme ai coordinatori del servizio della Caritas.
Da un quarto di secolo, collaboratori e volontari lavorano con impegno affinché le persone in fin di vita e i loro familiari affrontino anche quest’ultima fase come un momento da valorizzare e vivere insieme al meglio. “Li accompagniamo nel momento dell’addio, li ascoltiamo o garantiamo semplicemente la nostra presenza. In questo modo, portiamo un po' di calore umano nell’assistenza quotidiana, che è un elemento importante all’interno della relazione tra medici, infermieri e familiari”, ha spiegato Innerhofer. Le richieste in costante aumento indicano chiaramente quanto l’impegno del servizio Hospice sia necessario e apprezzato. Nel 2021, nonostante le restrizioni legate alla pandemia, i volontari hanno prestato servizio in più di 5.000 interventi, per un totale di quasi 13.600 ore.
“Tutto è iniziato con 16 donne e uomini che hanno completato il primo corso di formazione per operatori volontari nel campo dell’assistenza a malati terminali, tenutosi qui in provincia nell’autunno del 1997. Da lì è nato il servizio Hospice in Alto Adige”, ha ricordato Innerhofer, riferendosi alla storia del servizio della Caritas. Negli anni successivi, la crescente domanda di accompagnamento, ha spinto ad organizzare ulteriori corsi di formazione e ad aprire nuovi uffici di coordinamento: nel 2001 a Brunico, nel 2002 a Merano, nel 2008 a Bressanone e nel 2012 a Silandro. Attualmente, sono quasi 200 gli accompagnatori volontari del servizio Hospice attivi in tutto l’Alto Adige che, insieme ai coordinatori del servizio, assistono malati terminali e persone in lutto, in tutte e tre le lingue della provincia. L’assistenza raggiunge abitazioni private, case di riposo e di cura, ma anche ospedali e unità di cure palliative. Da gennaio 2018, i volontari del servizio Hospice sono presenti anche nei viaggi del progetto “Sogni e vai”, che coinvolge Caritas e Croce Bianca. Qui, a bordo di un’ambulanza appositamente attrezzata, accompagnano gratuitamente persone gravemente malate e il loro familiari nella realizzazione di un ultimo desiderio, permettendo di tornare in un luogo caro o vedere ancora una volta parenti o amici che vivono lontano.
Questo sostegno non si è interrotto nemmeno durante gli anni della pandemia, nonostante le restrizioni. Anche nei momenti di sospensione degli incontri in presenza e delle visite, il personale del servizio ha mantenuto contatti telefonici con gli assistiti, continuando ad offrire consulenze durante le fasi di lutto. “La pandemia ha evidenziato ancora una volta l’importanza di questo supporto per i morenti, così come per i loro cari, nella successiva fase di elaborazione del lutto. Durante le settimane di lock-down, abbiamo riscontrato più solitudine e isolamento del solito”, racconta Innerhofer. Le richieste dei parenti sono aumentate costantemente negli anni precedenti. “25 anni fa, il servizio Hospice era quasi esclusivamente associato alle cure di fine vita. Ma quando si tratta di morire e di morte, il coinvolgimento dei parenti è altrettanto importante. Anche a molti di loro serve sostegno per riuscire ad accomiatarsi dai propri cari; noi forniamo uno spazio per i pensieri e i sentimenti, per favorire un processo di elaborazione del lutto”, ha concluso Innerhofer. Guardando in questa direzione, il servizio Hospice ha continuato ad ampliare i propri servizi per i familiari in lutto. Oltre alla consulenza individuale, ha ideato gruppi di accompagnamento al lutto, ad esempio per i genitori che hanno visto morire un figlio o per i parenti delle vittime di suicidio. In diverse città dell’Alto Adige vengono proposti anche i cosiddetti “Caffè del lutto”. Solo l'anno scorso, gli operatori e i volontari del servizio Hospice hanno accompagnato più di 900 persone in lutto, un numero che è raddoppiato rispetto all’anno precedente.
Questo anniversario è stato anche un’occasione per riconoscere l’impegno e la dedizione di quei volontari che da molti anni prestano il loro prezioso servizio: “Con il loro lavoro contrastano la morte “sociale” che colpisce non solo i malati stessi, ma l’intero nucleo familiare. Sanno essere presenti, dedicano tempo per accogliere le preoccupazioni, i desideri e i bisogni delle persone che hanno davanti, fornendo loro un impagabile sostegno emotivo, che è importante quanto l’assistenza medica e infermieristica, anche se meno scontato”, ha ricordato il direttore della Caritas Franz Kripp, ringraziando i volontari.
Questa festa è stata il primo di una serie di eventi pensati per celebrare il 25° anniversario del Servizio Hospice della Caritas. Oltre a conferenze e dibattiti previsti in varie località altoatesine, in ottobre, in occasione della Giornata Mondiale del Malato, si svolgerà un convegno specialistico sulla tematica del “morire”.
Chiunque sia interessato a fare volontariato o voglia usufruire del servizio di accompagnamento gratuito offerto dal servizio Hospice della Caritas, può contattarlo all’indirizzo hospice@caritas.bz.it, oppure negli uffici del servizio a Bolzano (via Marconi 7, Tel. 0471 304 370), Merano (via Galileo Galilei 84, Tel. 0473 495 631), Bressanone (via della Stazione 27a, Tel. 0472 268418), Brunico (via Paul von Sternbach 6, Tel. 0474 413 978 ) o Silandro (via Principale 131, Tel. 366 58 89 441).