Al centro dell’evento l’interrogativo su come emarginazione e stigmatizzazione possano causare profonde ferite psicologiche, in particolare tra adolescenti e giovani adulti. I relatori hanno fatto cenno a una violenza distruttiva, alimentata da una rabbia dolorosa e rancorosa, che nasce nelle periferie sociali e affettive. A un vuoto emotivo e morale, generato da un affidamento precoce e totale alla tecnologia – una sorta di ‘bambinaia virtuale’ – che può sfociare in dipendenze patologiche. In entrambi i casi, si creano atmosfere cariche di odio, dove la mancanza di limiti può condurre anche ad azioni efferate.
Il lavoro sociale, educativo e di cura, ha però il compito fondamentale – questo il tema del convegno - di riconoscere e valorizzare la parte di umanità, anche quando questa è nascosta dietro storie di esclusione e sofferenza.
Storie e traumi incontrati anche nei 25 anni di attività del servizio di Mediazione interculturale della Caritas, come ricorda l’operatrice Silvia Golino, conosciuta dall’intera comunità Rom della provincia. “Nonostante in Alto Adige sia documentata una presenza plurisecolare della comunità Sinti e la presenza di diverse generazioni della comunità Rom, queste minoranze continuano a essere esposte a forme persistenti di esclusione. La psicoanalisi ci aiuta a vedere come l’emarginazione e i pregiudizi, anche quando appartengono al passato, lascino traumi profondi e difficili da cancellare”.
I due relatori principali della mattinata, Marco Francesconi (neurologo, psichiatra e psicoterapeuta) e Daniela Scotto di Fasano (psicologa e psicoanalista), hanno affrontato il tema della fragilità psichica legata all’esclusione da una prospettiva psicoanalitica. Un approccio che aiuta a comprendere le dinamiche psichiche personali e generazionali, ma anche il ruolo delle istituzioni sociali e delle scelte politiche, offrendo strumenti utili per chi lavora a contatto con la sofferenza e la marginalità.
“La dimensione del limite è centrale nel lavoro educativo e sociale del servizio di Mediazione interculturale, così come in altri servizi della Caritas. Lavoriamo quotidianamente con persone e famiglie provenienti da contesti diversi, spesso residenti in periferie sociali oltre che geografiche, ai margini della povertà. Questo significa anche confrontarsi con il limite della sopportazione: chi vive in condizioni di marginalità manifesta sofferenze profonde e mette costantemente alla prova chi è chiamato ad offrire aiuto e cura”, ha spiegato Silvia Golino, mediatrice interculturale della Caritas.
Durante il convegno sono intervenuti anche rappresentanti di enti e associazioni come Eurac Research, La Strada – Der Weg e i Centri linguistici della Provincia, che – come il servizio Caritas di Mediazione – operano a fianco di Rom, Sinti e altri cittadini fragili del territorio.
In chiusura, sono stati presentati i risultati del progetto europeo ‘enROMyou’ sul lavoro giovanile con Rom e Sinti, al quale Caritas ha partecipato nel biennio 2024–2025, insieme ad altri partner europei di Ungheria, Austria e Romania. Obiettivo del progetto: sviluppare approcci innovativi per l’integrazione sociale dei giovani Rom e Sinti, con un focus su istruzione, empowerment e dialogo interculturale.
25 anni di lavoro sul campo
Il servizio Caritas di Mediazione interculturale con Rom e Sinti, presente da 25 anni sul territorio altoatesino, lavora per rimuovere ostacoli e pregiudizi che impediscono una vita dignitosa e integrata alla minoranza Rom e Sinti, composta da circa 900 – 1.100 persone. Grazie alla presenza stabile sul territorio il servizio è conosciuto dall’intera comunità Rom, che spesso ne richiede l’intervento in prima persona.
Anche grazie alle attività svolte dal servizio Caritas, Rom e Sinti vivono oggi in migliori condizioni di integrazione abitativa e scolastica, con un buon grado di interazioni sociali. Tuttavia permangono alcune condizioni di svantaggio di partenza, al quale il servizio cerca di dare il proprio contributo per porvi rimedio.
Attività svolte dal servizio di Mediazione interculturale con Rom e Sinti:
- supporto alle famiglie nella gestione dei rapporti con le istituzioni
- assistenza nella stesura di CV e accompagnamento pratico per pratiche burocratiche
- orientamento formativo e lavorativo
- ricerca alloggi
- sostegno psicologico e emotivo
- occasionale assistenza economica, tramite il Centro d’ascolto della Caritas
- interpretariato linguistico, in caso di nuovi arrivi di richiedenti asilo o protezione internazionale
- inserimento scolastico