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“Insieme e non soli”: tutti in campo contro il suicidio

Non solo servizi specialistici e istituzioni, ma anche comuni cittadini: per intercettare le richieste d’aiuto, soprattutto quelle più silenziose, c’è bisogno di tutti. È questo il messaggio centrale del convegno appena concluso, proposto dalla Rete provinciale per la prevenzione del suicidio, che anticipa un autunno ricco d’iniziative di sensibilizzazione sul tema.

Negli ultimi 5 anni, il tasso dei suicidi in Alto Adige è aumentato, attestandosi sopra la media nazionale e registrando incrementi significativi soprattutto fra donne e persone anziane (Astat). Dati che colpiscono, e che richiedono oltre ad un efficace intervento di servizi specialistici e istituzioni, anche la promozione di un senso comune di attenzione fra le persone. “La prevenzione al suicidio si fa innanzitutto mettendosi in ascolto della sofferenza, che sia di un collega di lavoro, di un amico, di un parente o di un vicino di casa. Ognuno di noi può giocare un ruolo importante in questo campo” ha spiegato Guido Osthoff, rappresentante Caritas della Rete di prevenzione del suicidio e moderatore del convegno che si è svolto presso il Centro Pastorale di Bolzano.

Gli interventi della mattinata hanno raccolto le esperienze realizzate in diversi contesti, dal volontariato, alla scuola, ai servizi che si occupano di salute mentale, fornendo spunti per promuovere e valorizzare un tessuto sociale solidale, che riesca ad attivarsi di fronte al dolore, alla solitudine e alle situazioni di crisi profonda. Per favorire il confronto fra i presenti e raccoglierne il contributo, i diversi temi sono stati affrontati anche con workshop interattivi di approfondimento.

Nel suo intervento, la psicologa e psicoterapeuta Alice Torresan ha illustrato l’esperienza toscana del servizio di ascolto e accompagnamento umano e spirituale “Io resto vicino a te”, che ha accompagnato individui e famiglie nella riscoperta delle proprie risorse interiori grazie alla presenza di volontari formati per stare accanto alle persone, sottolineando i benefici emersi per entrambe le parti nella relazione di accompagnamento.

Le testimonianze delle intendenze scolastiche italiana e tedesca, hanno raccontato micro e macro progetti attualmente in corso o in fase di ideazione nelle scuole altoatesine, che affrontano in ambito educativo l’importanza delle relazioni e delle competenze emotive per favorire il benessere fra i giovani facendo prevenzione a scuola.

Il direttore del Servizio psichiatrico di Bressanone, Roger Pycha, ha ricostruito gli interventi messi in campo nel tempo a livello clinico e istituzionale per prevenire e intercettare i legami fra salute mentale e rischio suicidario, illustrando anche alcune nuove proposte rivolte alla fascia giovanile, come una app dedicata alle situazioni di crisi o il numero unico per le crisi psicologiche, già richiesto in altre occasioni.

“Nel convegno di quest’anno abbiamo voluto sottolineare quanto sia importante sviluppare un atteggiamento di responsabilità collettiva nei contesti sociali che frequentiamo, da abbinare a una prevenzione più specialistica, per ampliare gli strumenti di ascolto e costruire una rete protettiva volta a disinnescare le crisi esistenziali profonde”, ha concluso Osthoff.

 

Il convegno si inserisce all’interno di un autunno ricco di iniziative, in cui la Rete di prevenzione del suicidio insieme ad altre associazioni e organizzazioni, si impegna a dare risonanza al tema delle crisi esistenziali profonde anche al di là della Giornata mondiale di prevenzione del suicidio. Fra gli eventi in programma: il 17 e 18 ottobre, al teatro comunale di Gries, “Ali”, spettacolo teatrale realizzato in collaborazione con il Centro Pace di Bolzano, l’Associazione Ariadne e il Teatro “La ribalta”. Il 25 ottobre, al Centro pastorale di Bolzano, “Morire dentro”, serata sul tema dei suicidi in carcere, organizzata dal Centro Pace in collaborazione con il carcere di Bolzano, l’associazione Antigone e il servizio Odós della Caritas.

Alice Torresan
Roger Pycha

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